FIAT 500 D - Associazione " Gli Amici dell'Oltrepò"

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FIAT 500 D

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La "500 D" [modifica]

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Una Fiat Nuova 500 D del 1963. Sono ben visibili le portiere incernierate ancora dietro, le coppe e le modanature lungo le fiancate in alluminio lucidato, il tetto posteriore in lamiera e imbullonato, per consentirne la rimozione e la sostituzione con il telo capote lungo, tipo 500 N. Sulla carta di circolazione, infatti, la 500 D riporta la dicitura "trasformabile".
Nell'ottobre del 1960, poco dopo la Giardiniera, viene presentata una versione molto rinnovata della berlina, la Nuova 500 D. Sostituisce tutti i modelli precedenti, compresa la Sport. Da ora non esistono più le varianti tetto apribile e trasformabile; tutto è unificato nella nuova versione D che, con la Giardiniera, costituisce la gamma 1960 della Fiat Nuova 500.

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Uno tra i più famosi cartelloni pubblicitari dell'epoca per la Fiat 500 D.

Deriva in modo diretto dalla 500 tetto apribile di cui accoglie le ultime innovazioni del 1959 ma adotta il propulsore di 499,5 cm³ della 500 Sport, ingentilito nell'erogazione e nella potenza massima per erogare 17,5 cv a 4400 giri al minuto anziché i 21 cv originali, tramite anche l'adozione di un diverso carburatore (Weber 24IMB) per ridurre le emissioni. È omologata per quattro persone. L'allestimento di serie si arricchisce di qualche dettaglio: divanetto posteriore meglio imbottito e con lo schienale ribaltabile al fine di creare un utile piano di carico; bordo del sottoplancia imbottito per attutire eventuali urti con le ginocchia; spie di lampeggiatori e abbaglianti a sinistra del cruscotto (con luminosità ad intensità regolabile); accensione della luce di cortesia interna all'apertura della porta lato guidatore; serbatoio a cipolla (capacità da 21 litri), posizionato solo sul lato guida per favorire le dimensioni del bagagliaio anteriore; cuscinetti paratesta su entrambe le colonne interne posteriori per i passeggeri del divanetto. La scatola del filtro dell'aria non è più chiusa con tre bulloni, ma con due più pratici galletti a pressione. Come optional sono ancora disponibili gli pneumatici a fianchi bianchi e l'autoradio. La velocità massima raggiunge i 95 km/h, come la Giardiniera.
Nel corso del 1961 vengono offerte di serie le alette parasole imbottite, il posacenere al centro della plancia, il lavavetro manuale a pompetta, la luce di cortesia ad accensione automatica comandata dalla portiera lato guida. Nel 1964 i tergicristalli divengono a ritorno automatico, le modanature sulle fiancate all'altezza delle maniglie diventano un po' più corte nella parte posteriore e la balestra anteriore è a sei lame invece di cinque.

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Il servoclacson (o anello clacson), ideato dai Fratelli Vitaloni di Torino e applicato sul volante di una Fiat 500 D del 1964. Un elegante accessorio dell'epoca, che rispecchiava il gusto comune diffuso, soprattutto tra gli anni '50 e '60, per le cromature e i preziosismi estetici.
Accessori dell'epoca, diffusi e prodotti anche al di fuori della FIAT, erano: il servoclacson o anello clacson, prodotto dai Fratelli Vitaloni di Torino (per consentire un più agevole uso del segnalatore acustico senza staccare le mani dalla corona del volante); il coprivolante in vinilpelle, tipico accessorio presente in numerose auto, per facilitare la presa della corona nella guida; l'aletta parasole con specchietto incorporato nel lato passeggero; le maniglie passeggero stile Giardiniera; il fregio per il piano del cruscotto con scritta "FIAT NUOVA 500" in oro su fondo panna, oppure con scritta "cinquecento" e maniglia di plastica per il passeggero anteriore; i tappetini in gomma di vari colori (rosso, nero, ocra, avana, grigio, verde, azzurro) e in diversi pezzi (da 2 a 6); la mascherina anteriore interamente in alluminio o in plastica ma con i baffi in alluminio; la chiusura del cofano-motore con chiave; la chiusura del cofano anteriore con stemma smaltato FIAT rosso, triangolare, in alluminio lucidato e munito di chiave; il BLOSTER, antifurto, comandato a chiave, per bloccare l'articolazione dello sterzo (applicato lungo il devioluci con un morsetto a molla che agisce da sotto); il tappo del serbatoio della benzina munito di chiave; i rostri per i paraurti con rinforzo in gomma per attutire gli urti quotidiani dovuti alle nefaste azioni dei parcheggiatori distratti o poco attenti; il terminale di scarico cromato da applicare al tubo finale della marmitta, usato sia per ragioni estetiche sia per indirizzare il fumo di scarico più in basso; la "mensola" porta-oggetti in plastica nera, stile FIAT 600, da applicare sotto il cruscotto, lungo tutta la sua estensione; il gancetto appendiabiti (che poteva essere incorporato anche nelle maniglie passeggero); le foderine dei sedili in tessuto o in vimini; il gancio per tenere la capote semiaperta mentre l'auto è in movimento, al fine di garantire una maggiore aerazione dell'abitacolo (veniva applicato, al momento, tra il centro dell'asta anteriore del telaio e la parte alta del parabrezza). Tutti questi optional, le abbondanti cromature di gran moda nei primi anni '60, e, come scriveva la rivista "Quattroruote" nel 1962, la linea riuscita, compatta e tondeggiante, decretarono il definitivo successo della 500. La sigla "D" era, adesso, la naturale e avanzata prosecuzione della vecchia FIAT Topolino 500 C: resterà in produzione fino al lt 1965.

Codice telaio: Fiat 110 D Berlina 500
Codice motore: 110 D 000

Da essa la Moretti ricavò la splendida 500 Coupé, prodotta in 25 000 esemplari.


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